STANZE | Il rinascimento nordico tra le dita di Chris

PAOLA RANZINI PALLAVICINI, Stanze, December 28, 2024

La mostra personale di Chris Oh, Passage, si è tenuta a cavallo tra il 2023 e il 2024 presso la galleria Capsule, nella sede di Shanghai; abbiamo ritrovato poi l’artista nella sede di Capsule Venice all’interno della collettiva When We Become Us2, a cura di Manuela Lietti.

 

Candelabri, tinte lussuose, vellutate, la luce naturale della fiamma, cera d’api, ottone specchiato, gli occhi delle figurette di Jan van Eyck che ci fissano in silenzio, profili nobili che scrutano oltre alle nostre spalle, acrilici. Un ventaglio marino su base di legno, e impresso nelle sue trame preziose il famoso viso leonardesco di Ginevra de’ Benci, pallido, le guance appena rosee.

 

Scorci ciliegia, o giallo mango, o azzurro polvere, silenziose pareti nero pece. Cornici antiche di legno, dalle trame nordiche, il grigio, il blu china, le madreperle, in un gioco di riflessi e rimandi. Lavorare entro precisi e delicatissimi parametri sembra essere la grande forma di libertà di Chris Oh.

 

"It’s a bit of a contradiction, but for me the core of that originality lies within my personal aesthetic sensibilities as defined by the imagery I appropriate."

 

Schegge di agata bianca e fucsia, e poi pareti variopinte che sembrano vetro di murano fluido, sgocciolante colore. Teste bronzee ridipinte, le lussureggianti fronde verde scuro di Peter Bruegel che spuntano dalle scapole.


Una cicala decorata con il volto della
Vergine col Bambino di Dieric Bouts spunta infilzata su una sottile asta di ottone, e campeggia su uova finte poggiate su un finto nido di ottone lucente: occhi, lacrime e labbra delicati su quelle uova, destabilizzanti, barocche, preziose. Marmorizzazioni, lastre di radica, dorature, trame vegetali, fusioni, parti levigate e parti grezze, contrasti efficaci che risuonano di echi da epoche lontanissime, o forse dal futuro.

 

Interi mondi, i mondi di Peter Bruegel il Vecchio con i suoi dettagli del Ciclo dei mesi dell’anno, lunghissimi secoli in pochi centimetri di quadro, tempeste, voli di rondini, dame e villani.

 

Un barometro dorato, un bosco cupo, contadini, fenditure nel legno come larghe ferite, l’usura del materiale viene analizzata e sfruttata, e questo crea un legame più intenso tra l’artista e il proprio lavoro, e dà vita a una riflessione su tempo e spazio. Un uovo di emù, una sfera di rame, una di cristallo di selenite.

 

E Hieronymus Bosch che ci osserva dal Giardino delle delizie. Delicatezza, studio appassionato, tecnica eccezionale, Chris Oh subisce una fascinazione molto forte dal Rinascimento nordico, tanto da adottarlo come fil rouge per riflettere sulle connessioni estetiche a cavallo di epoche molto distanti tra loro, in un percorso di bellezza calma, opulenta, riflessiva.


Classe 1982, nato a Portland, Chris Oh attualmente vive e lavora nel Queens, a New York. Ha conseguito nel 2004 il BFA presso la School of Visuals Arts di NY e dal 2007 ha iniziato ad esporre senza mai fermarsi né cessare 
la sperimentazione; ha inoltre lavorato parallelamente come illustratore per copertine di romanzi di fantascienza.

 

Ci immaginiamo i suoi lunghi inverni da appassionato di storia dell’arte antica, che lo hanno portato a stagioni più recenti nelle quali esplorare il ready-made, i materiali meno convenzionali per creare una narrativa ricca, e colta. Nel tempo ha sviluppato l’abilità di osservare i materiali più disparati per porsi la domanda: come possono servirmi e a che tipo di opera possono adattarsi meglio?


Liberarsi dal piano della tela per andare verso la tridimensionalità, instaurare un legame emotivo con l’arte antica, sono tutti “stratagemmi” per affrontare le lunghe ore di copia, che possono risultare tediose o pesanti, ma che in realtà appagano questo artista che si definisce un amante dell’atto della pittura.


Chris si considera un editor tanto quanto un pittore, anche nella fase in cui occorre dare vita, al termine della creazione delle singole opere, a installazioni che siano in grado di cambiare il senso di una stanza, trasformarla, espanderla.

 

"I definitely fall into a state of deep focus where the painting is all I think about. I forget to eat and I drink coffee all day. If my contacts didn’t dry out I’d work all night... sometimes I do."